'Ecco come si può rovinare una buona idea' - è il commento del Presidente Colap, Coordinamento Libere Associazioni Professionali, Giuseppe Lupoi, alla notizia dell’approvazione del regolamento sulle specializzazioni presentato alcuni giorni fa dal Consiglio Nazionale Forense. 'Infatti introdurre la possibilità di dar conto all’utente delle specializzazioni dell’iscritto è un importante riconoscimento delle istanze delle libere associazioni professionali. Però attribuire al Consiglio Nazionale forense l’individuazione delle specializzazioni, titolandolo come unico ente che può rilasciare il diploma di specializzazione è un danno grave alla concorrenza e alla trasparenza del nostro sistema professionale – commenta Giuseppe Lupoi. Questo compito che avrà indiscutibili risvolti economici, è in netto contrasto con il concetto stesso di Ordine professionale e va a innestare un insanabile conflitto di interessi con il suo ruolo di magistratura. Il tutto, non prevedendo nella bozza alcuna approvazione ministeriale e quindi esautorando il Ministero di Giustizia del suo fondamentale ruolo di controllore e garante ultimo dei comportamenti'.
'Non comprendiamo poi – continua il Presidente CoLAP - quali siano i requisiti che dovranno avere le associazioni specialistiche per essere autorizzate ad occuparsi dei corsi di alta formazione, quando, e giustamente, per le associazioni professionali non regolamentate sono stati previsti requisiti stringenti (vedi art. 26 dlgs 206/2007) e una ferrea procedura di controllo da parte del Ministero di Giustizia tanto che sta impegnando oltre tre anni per essere completata.
La riforma della professione forense è ormai da mesi impantanata al Senato poiché è evidente ed inaccettabile il tentativo di accrescere gli spazi corporativi a danno della libera concorrenza – ricorda Lupoi. Associazioni datoriali e lo stesso Antitrust nella sua ultima relazione annuale hanno condannato i contenuti della riforma giudicandoli contrari ad un sistema liberale (vedi estensione delle riserve) ed in evidente contrapposizione con la libera concorrenza (vedi il reintegro delle tariffe, il divieto di pubblicità, etc.). Questo – conclude il Presidente del Colap - non è altro che un nuovo tentativo di trovare strade alternative con l’obiettivo ultimo di restringere la libertà di operare a chi non è iscritto all’albo degli avvocati'.
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